Oltre al “muro”. Pink Floyd in mostra a Roma
Parafrasando un successo dei Beatles, è stata davvero una “Long and winding road” quella che ha portato Syd Barrett, Nick Mason, Roger Waters, Richard Wright e David Gilmour dalle serate nei club della periferia londinese alle ricerche sonore della psichedelia ed al successo planetario di pubblico e critica.
Le difficoltà degli inizi, la alienazione mentale di Syd Barrett che già alla vigilia della pubblicazione del loro secondo album portò al suo allontanamento del gruppo, l’ingresso di David Gilmour, le difficoltà a far accettare la loro musica, i cui testi sono diventati negli anni più legati alla denuncia del disagio molto forte verso l’industria discografica in particolare e a determinate convenzioni sociali in generale, tutto ciò è ben evidenziato in questa articolata mostra presso il MACRO di Roma fino al 1 luglio 2018.
I numerosi oggetti, strumenti, amplificatori, dischi, manoscritti e fotografie incorniciano “attivamente” il percorso temporale.
Il visitatore è guidato in un dettagliato cammino cronologico attraverso le varie fasi creative del gruppo mettendo in evidenza sia il quadro di fondo nel quale tali creazioni hanno luogo che il contributo che i vari componenti hanno fornito. Non dimenticando tutti coloro che erano stati chiamati a tradurre nella grafica delle copertine, nella realizzazione di filmati promozionali e nella scenografia dei concerti le idee creative.
Le descrizioni nei pannelli esposti con l’ausilio audio che permette di ascoltare commenti, ricordi e opinioni non solo di Roger e compagni ma anche degli artisti della Hipgnosis con Storm Thorgerson in testa rendono molto vivo e godibile il percorso.
Storm è un amico dall’epoca della scuola di architettura frequentata da Mason, Waters e Wright ed ecco l’elemento comune che li lega nella visione dell’idea concettuale espressa in musica e tradotta nelle copertine e le installazioni sceniche, parti integranti dell’album e dei concerti. Dalla prima collaborazione per il secondo album A Saucerful of Secrets un, immagine di pura ispirazione psichedelica, si percorrono espressioni grafiche e visive più esplicite e descrittive dell’idea di fondo dell’album: il prisma di Dark side of the moon, l’uomo in fiamme e la figura magrittiana di Wish you were here, il muro – The Wall – che reale o mentale costruiamo intorno a noi e fino alla drammatica atmosfera di incomunicabilità di The Division Bell.
In definitiva una splendida mostra.
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