A Milano, dove il vecchio incontra il nuovo che tocca il cielo

dsc_6389Topograficamente dovrebbe chiamarsi “Centro Direzionale” ma se a Milano chiedete indicazioni per arrivarci pochi sanno aiutarvi: tutto cambia se parlate della torre Unicredit.

E’ una delle zone nuove della capitale della Lombardia, l’area che comprende Porta Nuova, Piazza della Repubblica, via Melchiorre Gioia, Porta Garibaldi e il Palazzo della Regione.

E’ la zona dei localini, dei negozi, di Eataly, dove il vecchio è stato ristrutturato, la viabilità ripensata per bici e pedoni e dove il nuovo si eleva a toccare il cielo. Ma è anche il posto dove il fotografo “gode”: street, architettura, people. Tutto a pochi passi click dopo click.

Il nostro itinerario parte uscendo dalla metro Moscova prendendo corso Garibaldi, passando da Porta Garibaldi, e salendo fino all’area sotto la torre Fineco, la sua piazza con i riflessi d’acqua, camminando sotto il bosco verticale fino alla metro Gioia ricordando di passare da Palazzo Lombardia sede della Regione.

Ho scelto di fotografarla in bianco e nero anche se in una giornata di sole i colori sono notevoli.

Attrezzatura utilizzata: Nikon D7000; Obiettivo Nikor 18-300

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Asti e le (poche) piste ciclabili

asti-e-le-piste-ciclabili-24Una sana gita in bici rimane un bel passatempo se convergono alcuni fattori: avere una bici, trovare un percorso tranquillo con un bel panorama e che sia pedalabile -quindi poche salite- e l’assenza di auto.
A Corrado piace andare in bicicletta, forse perchè è una delle cose che riesce a fare con suo padre. A 12 anni, anche se vivi in una città piccola come Asti, non riesci a pedalare tranquillo per le strade tra auto e camioncini che continuano a sfrecciarti a pochi centimetri a fianco.
E pedalare sui marciapiedi non è il massimo, oltre ad essere vietato.
Di piste ciclabili ad Asti ne avevano previste tre che avrebbero dovuto tagliare la città portando i ciclisti dalle principali porte cittadine al centro storico.
Con i fondi dell’alluvione ne hanno realizzata una sola che dalla zona Est porta alla stazione ferroviaria. Tre chilometri scarsi passando per un viale sempre all’ombra e fiancheggiando una strada molto trafficata e mai avvicinandosi al centro storico, unica zona chiusa al traffico della città.
Per arrivarci Corrado e suo padre devono percorrere due stradoni attraversare tre pericolose rotonde e poi tre chilometri, oramai, li percorre in pochi minuti. Meglio lasciare perdere e scegliere alternative.
L’alternativa, se si vuole fare una bella pedalata di un’oretta, sono gli argini del Tanaro. Fiancheggiando il fiume che delimita la parte Sud della città, andando verso Ovest, si potrebbe raggiungere addirittura la città di Alba dove, li sì, il lungo fiume è stato trasformato in pista ciclabile.
Da Asti non si può, quella zona lungo fiume è un dedalo di stradine dove perdersi è un attimo prima di trovare quella giusta e poi ci sono le tante cave ancora attive che sbarrano la via.
Unica alternativa è dirigersi ad Est lungo il fiume: direzione Castello D’Annone, paesino verso Alessandria. 25 km andata e ritorno, tutto in pianura, in mezzo al verde, con un bel panorama, almeno in teoria.
Punto di partenza è il Parco Lungo Tanaro, uno dei pochi sfoghi verdi della città: campo da calcio, rugby, tamburello, ritrovo di skater grazie alla pista realizzata da qualche anno, area giochi per i più piccoli, spazio picnic ed un bel percorso per chi vuole camminare o allenarsi di corsa.
Corrado e suo papà oramai hanno trovato dei percorsi alternativi per raggiungere il parco senza rischiare un incontro troppo ravvicinato con le auto e da dove cominciare la vera pedalata.
Nel primo tratto, all’interno del parco, si viaggia lentamente soprattutto nei molto affollati giorni festivi. Raggiunto il ponte della ferrovia si comincia a fare sul serio, si passa a fianco del depuratore e si imbocca una strada sterrata parallela al fiume sotto una fresca vegetazione discretamente curata preda solo dei patiti della corsa, o dei ciclisti: ma soprattutto chiusa alle auto. Purtroppo finisce subito, sarà lunga meno di 2 km. Al fondo il ponte della tangenziale ed una casa abusiva molto famosa in città in quanto a fermare i lavori ci pensò la prima piena del fiume e non il Comune.
Da qui parte la strada più o meno sterrata che molti astigiani utilizzano come ciclabile, sapendo però che non è chiusa al traffico.
Fortunatamente essendo abbandonata al degrado del tempo le auto, almeno quelle normali, non la frequentano molto: buche che si trasformano in piscine e sabbia che diventa fango alle prime gocce di pioggia aiutano a tenere alla larga molte quattro ruote.
Il percorso fiancheggia il fiume e la campagna è coltivata un po’ a grano, un po’ a pioppeti.
Nel tempo la strada è diventata una piccola discarica a cielo aperto nonostante i cartelli ricordino la possibilità di smaltire, gratuitamente, rifiuti ingombranti all’eco-centro del Comune, peraltro poco distante.
Passato il ponte sul rio Versa , piccolo affluente del Tanaro, si continua sulla destra fiancheggiando una cascina ed una cava.
Nello slargo si è soliti incontrare alcune auto parcheggiate con uomini, soli, in attesa di incontri.
Da questo punto i campi cominciano ad essere meno coltivati, gli argini del fiume poco alti favoriscono le frequenti piene, nessun problema invece per i pioppi.
In lontananza si scorge il nuovo carcere. Costeggiando il laghetto dove un tempo si praticava la pesca alla trota continuiamo a pedalare fino al ponte sul fiume Tanaro di Castello D’annone. Una bevuta alla borraccia, giriamo le bici e ritorniamo dalla strada da cui siamo venuti.
Durante il percorso di ritondo incontriamo altri ciclisti attrezzati di tutto punto e qualche famigliola al completo.
Corrado, come sempre, si è divertito.
“Bella giornata papà”, mi dice. “Certo che bello avessimo a disposizione un posto come quello dove siamo andati vicino a Torino (il lungo Po’ da Moncalieri a San Mauro NdR) o quello al mare (da Imperia a Sanremo NdR)”.
Sorrido e gli dico che ha ragione ma ad Asti bisogna accontentarsi.
Purtroppo le elezioni non si vincono con le ciclabili, anche se poi, quando ci sono, i cittadini le usano e sono contenti di farlo.

Attrezzatura utilizzata: Nikon D7000; Obiettivo Nikor 18-300; Sigma 17-70

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