Il mito di Senna rivive ad Asti a 25 anni dalla scomparsa

Fino al 14 aprile sarà possibile visitare “Ayrton Senna 25” la mostra dedicata ad uno dei campioni di Formula Uno più amati.

In esposizione formula uno, tute, caschi e molti altri oggetti utilizzati da Senna nel corso della sua carriera, accanto a quelli della vita privata, per una collezione di memorabilia che da molti è considerata la più completa mai esposta in Europa.

Il percorso della visita si sviluppa in trenta ambienti tematici, effetti sonori, voci, immagini e filmati per ripercorrere la vita agonistica e non solo di Senna.

La mostra, visitabile nei suggestivi locali di Palazzo Mazzetti nel centro storico di Asti, è curata dall’Instituto Ayrton Senna attraverso il suo Padrino per l’Europa Claudio Giovannone. L’ingresso è libero.

Sotto il fotoracconto della visita, su Fotox.it altre immagine ad uso editoriale.

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Al Maxxi, in mostra “l’anima del momento” di Paolo Pellegrin

C’è ancora un mese di tempo per vedere, al Maxxi di Roma, i 200 scatti esposti in “Antologia” la mostra delle opere di uno dei più importanti fotografi al mondo, l’italiano Paolo Pellegrin.

La mostra è organizzata in due sezioni, il buio e la luce o se preferite l’essere umano e la natura.

E’ un fantastico bianco e nero a dominare nelle opere di Pellegrin che con il suo occhio da reporter conferma come l’umanità, il dramma, il disagio, ma anche il vivere quotidiano, si possa documentare non solo nei luoghi dove si consumano drammi umanitari -Beirut, Gaza, Mosul, Kalar, Guantanámo- ma anche a Tokyo, Miami, Roma.

Pellegrin che attraverso i suoi scatti trasforma un ghiacciaio dall’alto, le onde del Mediterraneo ma anche i fori dei proiettili in una porta a Gaza in vere e proprie opere d’arte moderna.

Sotto il nostro fotoracconto della visita.

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World Press Photo, a Torino in mostra il coraggio di documentare

La fotografia è tecnica ma anche riuscire ad essere pronto al momento giusto nel posto giusto. E Burhan Ozbilici , fotografo dalla Associated Press, il 19 dicembre 2016 si trova nel momento giusto al posto giusto: ad Ankara in una galleria d’arte mentre un poliziotto fuori servizio spara all’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, che stava pronunciando un discorso di inaugurazione di un una mostra.
Ozbilici era li per incontrare un amico e nell’attesa scatta qualche foto all’ambasciatore proprio mentre l’attentatore decide di compiere il suo folle gesto.
Burhan Ozbilici ha raccontato quegli attimi durante la conferenza stampa di presentazione della mostra World Press Photo che sarà visibile fino al 26 novembre al Mastio della Cittadella di Torino.
La potenza dei suoi scatti mostrano la drammaticità dell’evento ma il suo sangue freddo, la scelta di documentare nonostante tutto, viene “certificato” dal video (trasmesso su di un monitor) di un operatore che seguiva l’intervento dell’ambasciatore che mostra Ozbilici mentre scatta a pochi passi dall’oratore, sullo sfondo l’attentatore che tira fuori la pistola e spara. Il cameramen non coglie lo sparo perché istintivamente si abbassa e la telecamera riprende il pavimento, Ozbilici continua invece a scattare. “Sarei morto pur di scattare quelle foto” ha ammesso durante la presentazione, “perché il giornalista deve documentare”. Non considera la sua foto una bella immagine ed ammette che ogni volta che la guarda prova dolore. E per ricordare che lui è prima di tutto un fotoreporter, durante il saluto delle autorità all’inaugurazione eccolo aggirarsi per la sala con la fotocamera in mano per portare a casa degli scatti.
La foto di Ozbilici è stata scelta dalla giuria del World Press Photo 2017 tra le 80 mila scattate da 5034 fotografi che hanno partecipato al concorso. A Torino sono in mostra le 150 immagini vincitrici nelle varie sezioni. Tra quelle esposte anche i lavori di quattro italiani: Antonio Gibotta, Francesco Comello, Alessio Romenzi e Giovanni Capriotti.

Sotto il nostro fotoracconto della mostra.

 

 

 

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