Tirana e i simboli della nuova Albania
Locali alla moda, gallerie d’arte, negozi di abbigliamento delle griffe più trendy e tante auto di grossa cilindrata: questo è il Blloku, il quartiere animato di giorno e di notte dove tutti amano passeggiare, il quartiere dove viveva asserragliato con la sua corte il dittatore Enver Hoxha .
A guidare questa voglia di rinnovamento una generazione di nuovi imprenditori molti dei quali ex ragazzini della “boat generation”: scappati in Italia con i gommoni nel 1991. In fuga dal paese più paranoico è isolato d’Europa, ma ora ritornati.
Claudia racconta nel locale che gestisce con i fratelli: “ho vissuto Milano per 10 anni e mi sono laureata in Economia alla Bicocca, ma sono tornata “. Si chiama Oda, la camera degli ospiti, ed è un piccolo ma delizioso ristorante dove gustare la cucina tradizionale Albanese, arredato con grande gusto con oggetti della trazione dei contadini e dei pastori appartenuti alla sua famiglia.
Tirana è anche incontro con il passato.
Per non dimenticare cosa ha rappresentato il regime comunista di Hoxha dove tutto era controllato anche il taglio dei capelli, dovete visitare BunkArt il museo storico allestito in uno dei numerosissimi bunker fatti costruire dal regime.
Subito dopo andate alla National Gallery of Art. Oltre alle tele celebrative degli artisti albanesi del realismo socialista, potrete ammirate le opere di Julius Eb. Artista contemporaneo, usa la fotografia per realizzare pannelli con immagini dei nuovi valori di quella che chiama la Generazione A, ossia i nati dopo il 1990 che non hanno conosciuto il comunismo ma che vivono in questo turbinio di cambiamenti.
Una sorta di archeologia digitale con soggetti dai colori sgargianti, prevalentemente femminili, tra i quali traspaiono sullo sfondo i simboli in bianco e nera del passato regime.
L’arte come sempre anticipa le tendenze.
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