Antonio comincia a raccontarmi della Cooperativa la Paranza dopo un’oretta che siamo in giro per il Rione Sanità di Napoli. Si siede nella navata della Basilica di San Gennaro Extra Moenia -che è certo luogo di culto ma anche spazio di incontro culturale per mostre ed eventi, ingresso all’area delle Catacombe e fino a una decina di anni fa magazzino dell’Ospedale San Gennaro in cui è inglobato- e comincia a descrivere il luogo, poi parlando della Cooperativa che ha permesso la rinascita di questi luoghi un tempo abbandonati e comincia.
“Ci siamo chiamati Paranza come le cose belle e buone della nostra terra”, dice Antonio volendo subito creare una linea di demarcazione con i luoghi comuni che legano il quartiere, alla visione data dai film come Gomorra o dal libro di Saviano “la Paranza dei bambini”, per l’appunto.
Antonio è la mia guida nel quartiere Sanità: stiamo ripercorrendo “il Miglio sacro”, uno dei percorsi che i ragazzi della Cooperativa La Paranza propongono ai turisti.
“Siamo nati una decina di anni fa, grazie ad una delle tante intuizioni diventate realtà di Don Antonio Loffredo, ora diamo lavoro a 35 persone, quasi tutti ragazzi della Sanità”, spiega Antonio.
Don Loffredo è il parroco del Rione Sanità, da una ventina d’anni cerca di dimostrare che in un quartiere giudicato difficile, ma ricco di storia, di cultura, di tesori architettonici e gastronomici, si può fare nascere opportunità e dare lavoro e futuro ai ragazzi del posto.
Antonio mi racconta che tutto nasce da una scommessa, riportare alla luce quegli gli spazi delle Catacombe che fino ad allora erano state lasciate al degrado e farne un luogo di attrazione turistica. Don Loffredo prepara il progetto cerca finanziatori e supporto, presenta un bando per ottenere fondi dall’Unione Europea e lo vince. Comincia così il percorso di rinascita che in pochi anni ha consentito di aprire questa parte delle Catacombe di Napoli fino ad allora chiuse e portarci, nel 2018, oltre 150 mila turisti e dare lavoro a 35 ragazzi.
Tra loro Amara un ragazzo senegalese che parla un perfetto napoletano arrivato due anni fa con i barconi ed ospitato in una colorata accoglienza della parrocchia a fianco del Cimitero delle Fontanelle. Amara è oggi la guida dei turisti francesi nel sottosuolo del Rione.
Un interesse turistico per il Rione che ha generato anche un notevole indotto con la rinascita di ristoranti ed altre attività dedicate al turista confermando la visione di Padre Antonio, dare una prospettiva lavorativa e di sviluppo al quartiere.
Quello del Miglio Sacro è uno dei percorsi turistici proposti dalla Cooperativa, a mio parere il più bello perché permette di vivere il Rione che diede i natali anche a Totò.
Si parte da Porta San Gennaro e da subito ci si immerge nel colorato e vivo quartiere attraverso il suo mercato, i suoi palazzi storici come Palazzo Sanfelicie e quello dello Spagnuolo (resi famosi da molti film), i vicoli, le chiese (tre le quali la bellissima Basilica Santa Maria della Sanità), le Catacombe ed il Cimitero delle Fontanelle.
Grazie a La Paranza, ed ad altre Cooperative che sono nate negli anni successivi, oggi un quartiere considerato un ghetto è diventato meta turistica dimostrando che questa è la vera ricchezza, una certa alternativa a quanto può proporre la criminalità.
Ed al termine delle tre ore in compagnia dei ragazzi de la Paranza, anche il vostro cuore batterà forte per La Sanità.
Guarda il fotoracconto di Norberto Maccagno cliccando sulla prima foto sotto.