Dalla metro al palcoscenico, ecco la Latin Vox Machine

La metropolitana – uno dei mezzi di trasporto più importanti di Buenos Aires – è stata teatro dell’incontro tra il musicista compositore e produttore venezuelano Omar Zambrano e un “corno” francese suonato un pomeriggio alla fermata Pueyrredón da un diciannovenne suo compatriota. Commosso dalla qualità e dalla bravura del ragazzo, che si stava guadagnando da vivere grazie alle offerte degli utenti della metropolitana, un’idea ha incominciato a ronzare nella testa del produttore compositore: riunire i musicisti venezuelani emigrati in Argentina.

L’idea era rischiosa e il terreno era sconosciuto, ma aveva un obiettivo chiaro, l’unione di musicisti professionisti nei ranghi corrispondenti al loro talento. Così ha scommesso sulla solidarietà, la fraternità e lo spirito combattivo che caratterizza la maggior parte dei venezuelani.

Grazie all’aiuto di Facebook, Zambrano ha convocato il maggior numero di musicisti per iniziare le audizioni. Molte persone, ansiose di sapere chi ci fosse dietro un progetto così ambizioso, si sono recate nella Sala d’Oro della Casa della Cultura del Governo di Buenos Aires.

È così che la Latin Vox Machine è nata e si è consolidata come progetto orchestrale e sinfonico nel 2017. L’orchestra ha iniziato con soli professionisti venezuelani, ma nel corso del tempo ha accolto musicisti di altre nazionalità fino a raggiungere 150 elementi. Cileni, colombiani, argentini, paraguaiani, ecuadoriani, uruguaiani, peruviani e siriani hanno trasformato la Latin Vox Machine in un’orchestra senza confini.

La qualità dell’orchestra è stata riconosciuta da diverse organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite (ONU), l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). Insieme a tutti loro, i grandi palcoscenici della “Città della rabbia” (Buenos Aires) si sono inchinati al talento della Latin Vox Machine. Il Globo Theater, il Centro Culturale Kirchner, il Teatro Coliseo e il Centennial Park Amphitheater sono stati testimoni dei diversi concerti che LVM ha fornito alla comunità. Ora è la volta del grande “Teatro Opera”, dove artisti di fama mondiale mettono in mostra il loro talento da oltre 8 decenni.

Il “Natale senza frontiere” riunirà questa domenica quasi tremila immigrati venezuelani. In questo periodo dell’anno le emozioni corrono alte e per chi di noi è lontano da casa la nostalgia cresce. Latin Vox Machine farà del suo meglio per non farci sentire così lontani da casa in un recital pieno di musica venezuelana e caraibica. Chi vi scrive promette di fornirvi maggiori dettagli dopo il concerto, ma non posso promettere di non farmi scappare le lacrime agli occhi.

Secondo i dati dell’UNHCR in Venezuela, 4 milioni di persone sono emigrate, e secondo i dati del Servizio Migrazioni argentino, 180.000 venezuelani si trovano nel sud del Paese.

Testo e foto Sikiuk Mendez, traduzione Stefano Scherma

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