Essendo nato a Torino e avendo appena compiuto trentanove anni posso dire consapevolmente di essere nato e cresciuto nella capitale italiana dell’auto. O almeno quella che trenta anni fa’ era considerata tale.
Il Lingotto era un luogo mitico, con le lettere colorate nel piazzale all’ingresso da via Nizza, la pista di collaudo sul tetto con le paraboliche e le rampe per salirci dal livello della strada.
Sarà l’avvicinarsi ai quaranta, ma divento nostalgico in questi giorni. Capita a pennello Automotoretrò al Lingotto.

Alla trentaseiesima edizione di questa fiera di esposizione e compravendita di auto e moto si affianca Automotoracing, una manifestazione motoristica nella pista cittadina ricavata tra l’Oval, la ferrovia e il retro del Lingotto. Se nei padiglioni interni si respira l’odore della pelle, dei motori e delle gomme, all’aperto si respira l’odore della benzina, delle gomme bruciate e dei gas dei bolidi che sfrecciano tra i marciapiedi rialzati tra derapate e burnout.

Si vede che i piloti si divertono un mondo, non vedono l’ora di guidare e anche il pubblico viene richiamato dal rombo dei motori.

E’ una festa dell’auto, dove grandi e piccini si godono lo spettacolo delle Punto, della Mustang, delle moto da enduro, delle meravigliose Lancia Delta che come ricorda Giovanni Dipillo, lo speaker d’eccezione della manifestazione, sono nate qui a Torino.

Così per qualche giorno ammirando le auto in vendita e quelle in pista possiamo dimenticarci che Fiat è diventata FCA ed è volata a Detroit.

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