L’intervento di Greta Thunberg a Torino venerdì 13 Dicembre 2019 in piazza Castello è stata occasione per attirare l’attenzione sui messaggi che i ragazzi stanno lanciando ormai da mesi con gli scioperi dei Fridays for Future, oggi al cinquantesimo appuntamento.

Sdoganati dagli adulti come il puerile tentativo di saltare giorni di scuola; invece prima e dopo il breve intervento dell’infreddolita Greta arrivata da Madrid, si sono avvicendati sul palco ragazze e ragazzi che hanno trasmesso alla piazza la rabbia ed il disgusto per le politiche economiche dimentiche della necessaria attenzione al tema dell’inquinamento, del riscaldamento globale, delle politiche ecologiche.

Poi è salita sul palco Greta, proveniente dal vertice Cop 25 di Madrid, dove il risultato degli incontri sembra deciso con la sensazione dell’ennesima occasione perduta quando è già troppo tardi.

I leader mondiali non fanno abbastanza per proteggere il futuro del pianeta.

Questo è il chiaro messaggio che ciascuno di questi ragazzi urla “incazzato”: la contrapposizione tra ragazzi ed adulti è netta nelle voci di chi ha parlato dal palco, una di esse dice ai giornalisti che non prestano abbastanza attenzione ai messaggi che mandano i giovani.

Lo sciopero di oggi è dedicato agli attivisti sgomberati dal Cop 25, altri giovani non ascoltati. Greta lo esprime con parole chiare e scandite da chi è ormai avvezza a parlare in pubblico, mostrando ad un certo punto comunque la sua commozione, e tutti gli altri ragazzi lo dicono con emozioni urlate al microfono che distorce la loro voce, ma stiamo attenti, non il loro messaggio: il sentimento di profonda ingiustizia per un futuro nelle mani di adulti che si arrogano il diritto di non ascoltare.

Ed a questo punto la voce di Greta diventa solo una tra le migliaia di quelle dei giovani che non sono disposti a condannare il nostro pianeta a causa di valori di adulti che non condividono.

Sotto il fotoracconto di Matteo Marchesi

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